Questa volta vi voglio raccontare un’ “avventura” fatta qualche tempo fa con i miei sci alpinismo.
Premetto che li mettevo ai piedi per la prima volta e che le mie esperienze erano di fondo escursionismo e solo giornaliere.
Ma quella volta ero intenzionato a provare delle emozioni nuove e con il mio amico Federico (da ora in poi Sigo) decidemmo di tentare una salita al M. Catria con pernotto in quota.
Quell’anno nevicò anche a quote basse così potemmo iniziare l’ascesa già dal piazzale di Fonte Avellana. Arrivammo presto quella mattina ma il mio secondo (o primo) non si sentiva molto in forma così, dopo una breve e arrancatissima salita, diede forfait…
Io ero preso da sentimenti contrastanti…mi fermo anche io…resto…vado da solo… da solo…Da Solo!!! “Scusa Sigo ti dispiace se io proseguo? Questa avventura mi è entrata nel sangue ormai… ” “No non ti preoccupare” A questo punto mi ripresi tutto il materiale prima spartito: la tenda, pentolini, fornello, cibo… Via si parte “ciao Sigo, ci vediamo i prossimi giorni… spero”.
La giornata era splendida e la neve stupenda. Misi le pelli di foca (sintetica) , sbloccai gli attacchi, misi l’alzatacco e incominciai la salita.
Era una fatica immane: lo zaino era diventato un fardello pesantissimo ma niente poteva fermarmi.
Quasi niente… solo il tempo… le giornate sono corte a dicembre…
e sono già le 11,30.
Dai, dai, una falcata dietro l’altra, nel silenzio della solitudine e dei miei pensieri. Ecco che arrivo in vista della balza dell’aquila, meravigliosa sotto la neve.
E su, sempre più su scoprendo che la neve è stupenda ma che non si può bere…
Acqua finita… proviamo a bere un po di neve… la prima volta si riesce a mandarne giù qualche sorso, la seconda si riesce a bagnare le labbra e la terza non riesci nemmeno a metterla in bocca!
L’organismo sa che quell’acqua è demineralizzata e porterebbe ad una disidratazione ancora più accentuata.
Qui ho imparato una lezione: portare con se sempre una scatoletta di dado da brodo che non pesa niente e può mineralizzare l’acqua tratta dalla neve!!!
Dura, sempre più dura. Questa salita sembra non terminare mai e questo zaino… ma quanto pesa???
Ok, sono ben in quota, tra poco dovrei esserci ma non ho il tempo neanche per mangiare… Sono quasi le 16 e tra un’ora e mezza farà buio. Via, svelto (è una parola).
17.30: sono alla meta. mi attende un tramonto che ricorderò fino che avrò vita. Tutto si colora di rosa e di rosso e io sono seduto in faccia al sole con le lacrime agli occhi… ce l’ho fatta… solo… emozioni indicibili roteano dentro il mio essere… crepuscolo…
Devo tornare coi piedi per terra anzi tra la neve: devo ancora piantare la tenda!!! Troppa neve così devo spianarne un quadrato, posizionarci sopra la tenda che è autoreggente e coprirne la falda a terra con la neve per sigillare l’interno dal vento ed evitare scoperchiamenti. La tenda con gli sci piantati di fuori mi da la certezza che ce l’ho veramente fatta.
Beh prima passiamo la notte che non si sa mai.
Entro nella tenda e stendo la stuoia e il sacco a pelo invernale(-4, -25), poi mi spoglio completamente e mi metto indumenti asciutti per la notte più pantaloni, felpa e passamontagna tutto rigorosamente in pile pesante.
Metto la sonda del termometro all’interno della tenda e il termometro viene con me nel sacco a pelo.
Chiudo tutto e buona notte. Silenzio surreale… e chi vuoi che c’è quassù stanotte!
Sento un rumore… mi faccio piccolo piccolo… è deciso, sordo e ritmico… ma… non ci credo… è il mio cuore che spettacolo. Lo sento benissimo e non mi è mai successo prima d’ora.
Mi sveglio all’alba e controllo il log del termometro: temperatura in tenda -7, temperatura nel sacco a pelo 37!!!Bòn, alziamoci. Apro il sacco e mi metto seduto sfiorando la tenda con un braccio: Che bello nevica!!! Sì il vapore acqueo del mio corpo si è condensato sulle pareti e adesso mi ha nevicato addosso!!! Il risveglio migliore. Mi alzo, richiudo sacco e tenda e mi preparo alla discesa . Bloccaggio degli attacchi e via! Bella giornata anche oggi che mi accompagna fino all’Avellana. Comunque la discesa è stata un calvario: lo zaino andava dove voleva lui e gli sci gli davano retta. E’ stata una bellissima avventura, faticosa ma stupenda che mi ha insegnato molto su me stesso e i miei limiti.
Ho imparato molto sia sulla sopravvivenza sia su cosa serve effettivamente onde non caricarsi di inutili cianfrusaglie. Per curiosità ho pesato lo zaino: 35 Kg… MAI PIU’!
4 thoughts on “Solitaria Invernale al Catria in Sci Alpinismo”
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l’ho letta in un respiro. decisamente emozionante.
Grazie Giovanni. E’ bello trovare persone che condividono le proprie emozioni.
se ritorni in friuli fai un fischio. ben felice di fare due passi nel cielo delle giulie
Ci puoi scommettere Giovanni, lo farò. Se tutto va bene tra un po’ (non so quando ancora di preciso) un mio amico terrà una mostra di fossili a Trieste e potrebbe essere l’occasione giusta.
Ciao