Finalmente ieri pomeriggio io e Sigo siamo riusciti ad entrare nella prima parte della grotta del Mandorleto. L’ingresso, non proprio agevole, è strettino per circa 4 metri, poi la cavità si allarga permettendo di continuare agevolmente in piedi. La cosa che colpisce sono i numerosi pipistrelli che, infastiditi per la nostra presenza, sono spariti in un attimo volando verso l’alto (ma dove???).
Il ramo che abbiamo visitato è lungo circa 80 metri poi termina in una saletta. Sul suolo sono evidenti tronchi di piante ormai marci del cui utilizzo ancora non mi sono dato una risposta. Le concrezioni sono minute sulla volta tranne una bellissima e candida colata sul fianco destro che ha creato dei bei mammelloni. Sempre sulla destra c’è una ulteriore colata dove si notano delle tacche artificiali per i piedi e sarà oggetto di una prossima uscita. La parte del leone la fa comunque il grande pozzo
che si apre sopra la testa a circa metà grotta (ecco dove sono andati i pipistrelli!!!). E’ quello che immette nelle sale superiori ma per poterlo superare è necessaria comunque esperienza speleo e allenamento.
Molto c’è da fare per noi nell’esplorazione di questa bella e poco conosciuta grotta (almeno il piano superiore).
Adesso devo pagare pegno: come avrete notato non abbiamo esplorato molto e purtroppo anche per colpa mia. Ero io che dovevo fornire una lampada frontale al mio amico Sigo e, nonostante ne avessi portate due per lui, le ho bellamente scordate in macchina accorgendomi di ciò solo nel momento dell’ingresso… Con solo la mia lampada ad acetilene abbiamo potuto compiere il percorso più facile ma ci rifaremo presto.