Bella escursione nel Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello a cavallo tra le Marche e la Toscana, nelle
province di Pesaro Urbino e Arezzo. Colpisce subito la strana formazione dei due nuclei rocciosi che ricordano non a torto, se non fosse per la vegetazione eccezionalmente rigogliosa, paesaggi da film western americani. Infatti la loro genesi è particolare essendo parte di una colata di sedimenti della formazione delle liguridi caoticamente depositata nella conca della Val Marecchia. Sono come degli zatteroni galleggianti su rocce sedimentarie “nostrane” e tuttora in movimento. Ed è questo movimento che li sta lentamente demolendo
fratturandoli verticalmente. Ma veniamo all’escursione. Diversi sono i sentieri che salgono ai due sassi solitari sia dalle Marche che dalla Toscana ma in quota tutto si risolve in un unico sentiero
ad anello, il 17 CAI, che sale dal versante toscano e precisamente dal Miratoio. Io sono salito mediante il sentiero CAI 118 che dal Ranco del Cerro sulla provinciale 84 sale attraverso un fitto bosco di roverelle, cerri, aceri e rari faggi. Colpisce immediatamente la quantità di acqua che impregna il terreno e che costringe a deviazioni costanti nei sentierini laterali (non ufficiali) nel bosco ove possibile e, ove no, affondare allegramente nelle argille
sature d’acqua… Per questo motivo e, visto che il sentiero si snoda quasi tutto nel bosco, consiglierei di percorrerlo in estate piena. Si arriva alla Banditella con l’incrocio del sentiero 17 che a destra scende al Miratoio e a sinistra costeggia l’invisibile Sasso Simoncello fino ad arrivare ad un altro incrocio. Qui possiamo scegliere se dirigerci a sud al di sotto del Sasso Simone e farne il periplo oppure scegliere il sentiero a destra indicante un agriturismo e salire alla sella in mezzo ai due Sassi ove, con un sentiero, salire in cima al Sasso Simoncello. Io ho proseguito per il Sasso Simone e qui il sentiero si fa stretto e un po’ più difficoltoso per il fango che, nelle discese, rende il tutto più faticoso. Dopo
una ventina di minuti si raggiunge il confine Marche – Toscana con dei tavolini per eventuale pic-nic e sosta. Ora il sentiero diventa molto più asciutto e poco dopo il bosco si dirada fino a scomparire… Si aprono orizzonti che fino a questo punto si credevano perduti… La vista spazia dai monti Nerone, Catria, San Vicino fino al
mare. Ma soprattutto finalmente si vede il Sasso Simone!! Pareti verticali ad altissimo rischio crollo sovrastano una brulla valle calanchiva ricoperta da enormi massi staccatisi dalla nostrana “Mesa“… Bello, suggestivo… E pensare che non ci avrei nemmeno pensato poco prima in quel fitto bosco. Adoro queste sorprese. Dilemma. Salgo in cima o no? No. Non questa volta. E’ un buon motivo per tornarci anche perché la salita in cima merita il suo tempo per curare l’aspetto archeologico e antropico. Altra uscita e altro articolo, promesso. Continuiamo il sentiero
attraverso grandi massi e raggiungiamo l’incrocio con il sentiero 61 che conduce all’agriturismo già indicato in un incrocio precedente. Si risale il bosco fino a ritrovare il confine tra le due regioni e si scende di nuovo a chiudere l’anello del 17. Da qui si segue in discesa il sentiero che abbiamo già percorso in salita. Lunghezza circa 9 km, acqua per terra tanta ma nessuna sorgente individuata… dislivello in salita circa 300 metri. Qui potete scaricare il file del percorso per Google Earth!
Qui alcune foto