Tre mesi e mezzo… Tanto è passato dall’intervento all’anca sinistra. Dieci mesi prima ero già passato per l’intervento all’anca destra. In tutto due anni di calvario fisico e psicologico. Tutto cominciò nel 2014 quando, senza preavviso sentii i primi dolori all’anca sinistra. Non ci diedi peso più di tanto… qualche acciacco si mette in conto col passare dell’età. Presi qualche antidolorifico che attenuò il dolore e la difficoltà di movimento ma, invece di passare, il dolore qualche giorno dopo si trasferì all’anca destra. Più forte. Volli vederci un po più chiaro quando cominciai ad avere forti difficoltà deambulatorie e nelle
piccole cose di tutti i giorni: salire in macchina, allacciarmi le scarpe, infilarmi i calzetti… Andai da un ortopedico, al quale si era affidata tempo prima mia madre, il quale mi inviò a fare una risonanza magnetica. Alla luce dei referti la sentenza fu una mazzata: necrosi avascolare bilaterale… Giuro che mi crollò il mondo addosso. So che ci sono mali peggiori ma so anche che di fronte al proprio male ognuno pensa al suo e io non faccio eccezione. Io,sempre nella natura, trekking dipendente, climber, sciatore di fondo e minispeleo mi sono sentito
perso. A cosa sarei andato incontro? Tanti dubbi e paure. Tornerò nei “miei” amati monti? Riuscirò a camminare decentemente ancora? L’ortopedico mi consigliò in principio di sottopormi ad alcune sedute di camera iperbarica che in una buona percentuale di casi si era rivelata risolutrice. Su di me non funzionò e decidemmo il primo intervento: Protesi anca destra. 49 anni… Un po prestino ma così è. Intervento, riabilitazione, attenzioni ad ogni posizione e movimento per non inficiare il lavoro meraviglioso dell’ortopedico/chirurgo… Due stampelle, poi una, poi camminare senza niente ma soprattutto non sentire più dolori e riprendere una
decente mobilità, tornare in montagna dopo 4 mesi e commuoversi come un bimbo. Metà dell’opera era fatta… Mi aspettava l’altra. Arriva il momento. La gamba destra rinforzata permette l’intervento alla sinistra. Nuova operazione e nuovo iter convalescenziale… Nuovi dubbi e paure… Ora le protesi sono due. Passano i mesi e ieri decido che è il momento di osare. Muovo i primi passi sul terreno montano con timore, con totale attenzione ma con sempre maggior consapevolezza che si, tutto ha
funzionato, che il mio ortopedico/chirurgo è un mito, di una bravura e umanità uniche. Ogni passo che faccio lo dedico a lui… Salita nel bosco, salita su suolo roccioso e prati, discese su sconnesso… Mi aveva detto che sarei tornato a fare le stesse cose ma vi confido che non credevo così. Ora ho cominciato, ovviamente il fiato è da ricostruire così come il tono muscolare ma vi posso garantire che mi sono tolto un grosso peso. Seguite sempre scrupolosamente le indicazioni del vostro specialista, seguitele in modo maniacale, non vi abbattete subito dopo l’intervento anche se vi sembra di non riuscire più a camminare. Fate esercizio con dei fisioterapisti e i risultati li vedrete giorno dopo giorno. Ieri la prova: 4Km e 350mt di dislivello. Sembra poco ma dopo tre mesi e mezzo dall’intervento non lo è, ve lo posso garantire. Niente più farmaci, niente dolori. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti: Il mio Ortopedico/Chirurgo dott. Stefano Magarò, lo staff della clinica Sol et Salus di Torre Pedrera (RN) per l’intervento all’anca destra, lo staff della clinica Montanari di Morciano di Romagna (RN) per l’intervento all’anca sinistra, il centro “Iperbarica Adriatica” di Fano (PU), le “mie” due fisioterapiste, Silvia Offidani e Giulia Ceccacci, i miei familiari ed amici al completo che mi hanno supportato e sopportato nei periodi bui. Grazie a tutti voi e, ogni volta che camminerò nei “miei” monti per le mie avventure future, sappiate che un pensiero volerà a ciascuno di voi. Grazie! Mille volte grazie!
2 thoughts on “Trekking e Protesi d’Anca”
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Bell’articolo , grazie mi è servito per capire se potrò anch’io tornare alla vita assistita aperta.
Sto passando in questo momento il tuo stesso iter per la protesi e da appassionato di trekking e vita all’aria aperta è difficile da affrontare psicologicamente e fisicamente momenti simili.
Sono veramente felice di esserti di supporto. Vivi tranquillamente questi momenti. Anche io ero devastato quando appresi la sentenza. Ma ora vivo la montagna appieno e ho ripreso in toto dopo poco tempo. Trekking e ferrate a ottimi livelli, meglio di prima. Segui alla lettera le indicazioni del tuo ortopedico e andrà tutto a meraviglia. In bocca al lupo e buona montagna!!!