Sfruttando il ponte del 2 Giugno dove andiamo di bello? Uscendo dai soliti schemi che ci portano sulle montagne più conosciute, optiamo per nuovi orizzonti. Basilicata! Toccata da me solo per
poco tempo anni fa per lavoro, è una regione che merita sotto tutti i punti di vista. Partiamo il 2 di mattina presto e il viaggio fila via liscio senza traffico… Il “campo base” lo fissiamo al camping “Le due Barche” di Scanzano Jonico (MT), direttamente sul mare. Personale gentilissimo, pacato e cordiale come tutti i Lucani che ho avuto la fortuna di conoscere. Si montano le tende e si prepara un piatto di spaghetti. Poi in spiaggia a rilassarsi del viaggio.
Lo Jonio è un gran bel mare quasi sempre calmo e pulito. La sera, su consiglio di una signora dello staff del campeggio, ci dirigiamo a Tursi (MT), paese poco distante ma che affascina al solo
avvicinamento: siamo in piena Magna Grecia e il paesaggio ricorda la Cappadocia con i suoi calanchi meravigliosi. Si respira un’aria tranquilla, socievole e, su indicazione, andiamo a mangiare un boccone in un bistrot. E qui incontriamo il poliedrico Max! Il locale, il Bar della Croce, è piccolo ma accoglientissimo e il proprietario, Max, di una simpatia allucinante.
Abbiamo degustato pietanze mai provate prima con sapori strepitosi in un’atmosfera goliardica. Ormai io sono Amedeo Nazzari e Nicola Giuseppe Garibaldi… Comunque, Max, non lo diremo a nessuno
che si mangia bene da te. Ops l’ho fatto!! La mattina seguente i tre trekkisti (io, Giorgia e Nicola) ci spostiamo nel Parco Nazionale del Pollino per un’escursione tra faggi e pini loricati meravigliosi, ex laghi ora piani immensi adibiti a pascolo di cavalli e bovini, torrenti e sorgenti limpide e fresche… 16 km di meraviglie tra il Monte Pollino e il Monte
Dolcedorme… a cavallo tra la Basilicata e la Calabria. E pensare che per sbagliare strada all’andata ci siamo imbattuti in una meraviglia della natura: il fiume Raganello con le sue sponde calanchive e, più a monte,
le sue gole rinomate… Rimaniamo affascinati e ci fermiamo spesso per immortalare cotanta bellezza… Spettacolare anche la sorpresa alla fine del trekking: arriva un furgoncino e scende un signore con la moglie, probabilmente chiamati da un gruppo nutrito di trekkisti che sono ancora alle nostre spalle, e dispiegano un mare di ben di dio tra formaggi
pecorini stagionati, salumi, capocolli, tutto di produzione propria… Spesa!!! Che spettacolo e che bontà! Il giorno successivo ci spostiamo tutti nel Parco Regionale delle Dolomiti Lucane, polo d’attrazione
per chi ama la natura e l’avventura. La fanno da padrone due cittadine, Pietrapertosa (PZ) e Castelmezzano (PZ), che si sono inventate un simpatico sistema di trasporto e di divertimento: Il Volo dell’ Angelo, due cavi tesi tra la parte alta di un paese e la parte bassa dell’altro e viceversa. Si percorre stesi a pancia sotto e faccia avanti sfiorando i 110
km/h, sorvolando il canyon sottostante. Ma noi non eravamo li per quello… Dal canyon salgono due ferrate verso i due paesi. Scegliamo la
ferrata di Castelmezzano, la Salemm, e ci inerpichiamo per un buon dislivello tra rocce aderentissime (carta vetrata a grana grossa), gole e creste sfruttando cavi e staffe. Il risultato è buono anche se qualche appunto lo farei nel confronto con le ferrate dolomitiche e alpine… I cavi non sono tesi e in qualche punto il problema non è il passaggio in se ma l’ansa del cavo che può creare instabilità; si è optato per staffe in acciaio
inox ricavate da tondini piuttosto che optare per delle scalette in acciaio al carbonio e si sono posizionate sfalsate… molto più razionali le scalette classiche. Anche l’uso dell’acciaio inox non è da preferire all’acciaio al
carbonio poiché più fragile all’impatto… ma tutto sommato il posto merita. E che dire poi della gioia di ritrovare un vecchio (giovane) collega di università, Franco, lui residente a Potenza, e scoprire che siamo rimasti quelli di una volta, seduti al circolo universitario con una birra davanti e serate piene di discorsi. Qui uguale, più grandi ma identici, con la birra
davanti e discorsi da vecchi amici ai quali sembra che il tempo non sia passato e che certo non ha mai scalfito la loro amicizia… che immensa gioia vedere che le persone che reputavo belle 25 anni fa sono esattamente come le ricordo: belle dentro, pulite, di cuore. Con dispiacere rientriamo al campeggio. E arriva il giorno della partenza per casa ma ci spostiamo a visitare una meraviglia storico – artistica: Matera e i suoi quartieri vecchi, meglio conosciuti come i Sassi. Ci spostiamo per il centro trovando degli scorci mozzafiato sui due Sassi e sulle innumerevoli chiese e chiesette e ci scappa pure una visita a due musei di cui uno Archeologico. Sapevo di essere in una terra di lontanissima preistoria umana ma la quantità e soprattutto la qualità dei reperti mi lascia stupefatto. Da visitare assolutamente. Consigliatissimo. Partiamo per casa sapendo tutti che torneremo. C’è tantissimo ancora da vedere e da fare e il nostro è stato solo un assaggino. Gustosissimo, ma solo un assaggino.
Foto: Giorgia Orazietti